CORTO REALE, UN PROGRAMMA DI RAI STORIA SUI DOCUMENTARI MAI VISTI
Dal 12 gennaio 2013 RAI Storia ha inaugurato Corto Reale, un programma che indaga il mondo del documentario italiano postbellico. Siamo nel 2023 e la trasmissione continua ad andare in onda, dopo dieci anni di repliche… Si tratta di una proposta di cortometraggi prodotti negli anni del dopoguerra – noti, nel gergo del cinema, come “Formula10” (per la durata, di dieci minuti, e le rigide modalità produttive) – una messe di piccoli film che tentavano di raccontare i cambiamenti dell’Italia in corsa, dalla ricostruzione sino agli anni della contestazione. Il programma che conduco cerca di ricostruire la complessità di una storia congiuntamente filmica e antropologica, evidenziando i legami fra forme produttive e valori estetici di opere spesso sottostimate, in bilico fra esigenze governative, diktat economici, libertà espressive. Film normalmente trascurati dalle storie del cinema che, in realtà, furono importante palestra per i migliori registi italiani, da Michelangelo Antonioni a Luciano Emmer, da Citto Maselli a Valerio Zurlini, da Vittorio De Seta a Cecilia Mangini (qui la puntata a lei dedicata), sino a Gianfranco Mingozzi o Giuseppe Ferrara.
Corto Reale di Giuseppe Giannotti, Giuliana Mancini, Enrico Salvatori, Davide Savelli, con la mia consulenza, ˜racconta dunque un lato poco conosciuto del cinema italiano, il documentario cortometraggio prodotto tra il 1945 e gli anni ‘80. In quest’arco di tempo, grazie a una serie di favorevoli provvedimenti legislativi, vennero prodotti circa 14mila titoli, molti dei quali a colori. Visti oggi, costituiscono uno sguardo incredibile sulla storia repubblicana, uno scenario “all’italiana” che comprendeva sovvenzioni statali e premi di qualità spesso pilotati dai cartelli di produttori: ma anche validissimi giovani autori – che facevano dei loro sguardi un mezzo di critica sociale o di ricerca antropologica – e auspicate crescite civili – di particolare valore storico sono, ad esempio, i documentari istituzionali che la Presidenza del Consiglio produceva attraverso il Centro Documentazione (oggi Dipartimento per l’Informazione e l’editoria), per raccontare la ricostruzione e il progresso dell’Italia post-bellica.
Negli anni della ricostruzione e del rilancio del cinema italiano, il decreto legge del 5 ottobre 1945 (n.678) aveva avviato un sistema statale di sovvenzioni per il cortometraggio, inteso come documentario, da abbinarsi a un lungometraggio. Il formato breve di 10 minuti scolpiva così un immaginario tutto italiano del documentario stesso, un luogo di visioni brevi ma obbligate, spesso fischiate dal pubblico e, per questo, occultate anche dagli esercenti. E dalla critica. Visti oggi, oltre ad alcune perle nascoste, alla sperimentazione nell’uso del colore, al tentativo degli autori di forzare i rigidi meccanismi produttivi, questi film emergono come uno straordinario giacimento culturale: un paesaggio di sguardi accorati sull’Italia in corsa verso modernità e sviluppo.
Corto Reale è composto da due tipi di puntate. Alcune dedicate a un “autore”, un omaggio a un regista che nel cinema documentario italiano ha avuto una precisa collocazione, per lo stile, le tematiche affrontate, l’importanza nel panorama produttivo. Tra i nomi a cui è dedicato una puntata-omaggio, Gianfranco Mingozzi (qui la puntata a lui dedicata), Lino Del Fra, Florestano Vancini, Valerio Zurlini, Michele Gandin, Vittorio Sala, Francesco Maselli, Giuseppe Ferrara, Cecilia Mangini, Luigi Di Gianni… Altre sono invece puntate “anno”, composte cioè da una selezione di cortometraggi il cui nulla osta ministeriale, il famoso “visto censura”, era compreso nei 12 mesi dell’anno in questione. Per la ricerca dei visti censura è stato interpellata la Direzione Generale per il cinema del Ministero dei Beni Artistici e Culturali (qui potete leggere “Ai limiti del reale”, un mio saggio sulla censura al documentario-cortometraggio apparso nell’intrigante Mostra virtuale Cinecensura.com, curata da Pier Luigi Raffaelli e Tatti Sanguineti). Per una più ampia contestualizzazione storica, in queste puntate sono sempre presenti immagini dei principali fatti dell’anno e la classifica dei maggiori incassi al botteghino, al fine di rendere idea di quale fosse il più vasto scenario economico del cinema italiano del periodo.